mercoledì 11 dicembre 2019
Il gap del Sud nelle competenze
Nell'articolo apparso su Repubblica dell'11/12 "Un'altra scuola per il Sud" di Tito Boeri, l'eccellente economista ed ex presidente dell'INPS ipotizza che il gap del Sud nelle competenze linguistiche e matematiche, come si evidenzia da sempre nei test dell'INVALSI,derivi dal fatto che i genitori meridionali non partecipino alla vita della scuola, mentre quelli settentrionali sì.Il problema del gap quindi non starebbe nello svantaggio socio-economico del Meridione. Con tutto il rispetto per Tito Boeri,io penso che il motivo vero del gap è che la scuola al Sud è considerata inutile da genitori e alunni perché non dà più la certezza del lavoro,data la desertificazione industriale che qui è avvenuta e questo spiega anche l'emigrazione dei giovani laureati meridionali all'estero.Se si resta qui, capita che un ingegnere debba fare lo spazzino con la carenza di lavoro che c'è.Insomma il titolo di studio risulta assolutamente svalutato.E questo ci rimanda alle condizioni socio-economiche che Boeri ha scartato.Se non vogliamo che il Sud si spopoli e diventi un ospizio per anziani,va fatto un massiccio investimento per il Mezzogiorno che colmi le differenze, il contrario dell'autonomia differenziata che avvantaggia le regioni ricche.
venerdì 6 dicembre 2019
Bocciare alla scuola media non serve, anzi e' controproducente
Maria Luisa Iavarone, nell’analizzare i dati Ocse-Pisa che evidenziano basse competenze nella comprensione del testo da parte degli alunni italiani, ritiene che il problema sta nel fatto che la scuola media bocci poco (98% di promossi all’esame di terza media) e che quindi “la scuola media dev’essere più rigorosa e selettiva “(dal titolo dell’articolo apparso su “Repubblica” di Napoli il 6/12).Ma se si bocciano gli alunni e più volte abbiamo un solo risultato: l’aumento della dispersione scolastica e con esso il rischio di devianza e di arruolamento nella camorra, proprio il fenomeno contro cui combatte la Iavarone con la sua associazione. Il punto è che la scuola dell’obbligo (altra cosa sono le superiori) non deve bocciare, ma mettere tutti in condizione di recuperare le insufficienze, come fanno in Finlandia, dove appunto non si boccia e i risultati scolastici sono eccellenti. Considerare la scuola d’obbligo e bocciare è una contraddizione in termini, perché rischia di essere bocciato chi è già svantaggiato per le condizioni socio-economiche di provenienza. Per favorire il recupero, occorrerebbe però che i docenti lavorino in compresenza, di modo che uno dei due insegnanti possa dedicarsi al gruppo di alunni che deve recuperare e l’altro al gruppo che va potenziato. Ma questo richiede maggiori investimenti nella scuola(siamo sempre al punto dolente). La scuola media è l’anello debole del sistema perché l’età prepuberale è terribile e gli alunni a quest’età cominciano a sfidare gli adulti e gli insegnanti, a bullizzare i più deboli, a rifiutare le regole sociali. Ma non si risolve il problema con l’abolizione della scuola media, come propone Salvini né bocciando di più. Ci vogliono più insegnanti o meno alunni per classe. Eugenio Tipaldi,dirigente dell’I.C. “D’Aosta-Scura” di Napoli
venerdì 8 novembre 2019
COMUNE E STATO SENZA SOLDI,MA NON INCOLPATE I PRESIDI
LETTERA DI DENUNCIA PUBBLICATA SU REPUBBLICA CRONACA DI NAPOLI 8/11/2019
Riconosciamo all’assessore all’Istruzione Annamaria Palmieri impegno e serietà nell’intervenire sui problemi della scuola per quel che può e comprendiamo che il Comune di Napoli non ha i soldi per garantire la manutenzione delle scuole di base (infanzia, primaria e scuola media; delle superiori se ne occupa la Provincia o adesso Città metropolitana) salvo ricorrere ai fondi europei, cosiddetto “Patto per Napoli” di cui il nostro plesso scolastico “Paisiello” ai Quartieri beneficerà per la sistemazione dei cornicioni pericolanti e il rifacimento dell’‘impermeabilizzazione del terrazzo di copertura soggetto a infiltrazioni. Ma il punto è questo: se il Comune che è proprietario degli immobili scolastici non ha i soldi, se lo Stato centrale non ha disponibilità in finanziaria, tanto è vero che il Ministro dell’Istruzione Fioramonti si vuole dimettere, tutte le responsabilità in caso di incidenti si scaricano sul dirigente scolastico considerato “datore di lavoro” dal decreto legislativo 81 del 2008 riguardante la sicurezza delle scuole.
Adesso scopro che tra le tante incombenze, il dirigente scolastico come datore di lavoro ha anche il compito di far misurare il radon negli edifici scolastici e attuare misure di protezione in caso il valore di radon superi i 500 Bq/m3.Ovviamente ci vuole un esperto qualificato che lo misuri, ma chi lo paga?
Le scuole superiori possono fare affidamento sulle tasse obbligatorie che i genitori pagano per la frequenza scolastica. Ma le scuole di base, dove i contributi sono volontari o inesistenti, non c’ è disponibilità di risorse. Ecco perché ci stiamo battendo per la modifica del decreto legislativo 81 del 2008 laddove individua noi presidi come datori di lavoro. Lo Stato si assuma le sue responsabilità come proprietario degli immobili scolastici, noi non siamo più disponibili a far da scaricabarile. Dispiace poi che ci vadano di mezzo i tecnici comunali, a loro volta incolpevoli del dramma della mancata sicurezza degli edifici scolastici.
Pongo anche un’altra questione, relativa alla sicurezza. Proprio oggi ho dovuto dire alla mamma di una bambina affetta da sindrome di Lennox Gastaut che non posso autorizzare le maestre a darle da mangiare (frequenta una quinta elementare a tempo pieno). Finora le maestre, a loro rischio e pericolo, la imboccavano, ma adesso, in seguito ai richiami sulla sicurezza che ho dovuto fare ai docenti dopo la disgrazia del bambino morto in una scuola primaria di Milano, esse giustamente si rifiutano. Non ci hanno dato un assistente materiale presso il plesso scolastico “Gianturco”, seppure richiesto (quello che avevamo alcuni anni fa è andato in pensione e non è stato mai sostituito). La mamma mi ha detto che non manderà la bambina a scuola. In questo caso, anche in mancanza di risorse, io credo che il Comune possa intervenire, spostando un assistente materiale da una scuola dove ci sono casi meno gravi al nostro plesso per un caso così grave. Se la coperta è corta, qualcuno dovrà restare scoperto…
Eugenio Tipaldi
dirigente scolastico dell ’Istituto Comprensivo “D’Aosta-Scura” di Napoli
mercoledì 31 luglio 2019
PROPOSTE SULLA SCUOLA
venerdì 12 luglio 2019
I risultati delle prove INVALSI confermano il divario nord-sud
Le prove INVALSI confermano quanto già si sapeva:gli alunni del Sud hanno competenze più basse di quelli del Nord.Il ministro Bussetti, commentando i risultati dell'INVALSI, rilancia la questione della valutazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, come se la questione riguardasse la buona volontà e non il contesto socio-culturale deprivato.D'altra parte, il ministro, già in un'intervista in visita ad Afragola, aveva sbottato che che gli insegnanti meridionali dovevano rimboccarsi le maniche.
Noi diciamo che la buona volontà non basta per recuperare gli svantaggi socio-economici che poi diventano anche culturali.Sposo in pieno quanto afferma Marco Rossi-Doria in un'intervista al "Fatto Quotidiano":"Occorre intervenire in età molto precoce con gli asili nido,sostenere le famiglie più deboli,fare delle alleanze educative tra i servizi pubblici territoriali...,istituire il tempo pieno nella scuola primaria e nella scuola media dei quartieri difficili e migliorare la formazione professionale soprattutto nel Mezzogiorno."
Il principio è quello di Don Milani: dare di più a chi ha di meno e non come vorrebbe fare la Lega di Salvini con la proposta di autonomia differenziata, dare di più a chi ha di più (un plauso a Di Maio che ha bloccato la proposta della regionalizzazione della scuola. sperando che non torni indietro).
L'INVALSI si è accorto che alcune scuole sono ghettizzate, soprattutto al Sud, perché i figli dei poveri sono concentrati in alcune scuole e i figli dei ricchi in altre.Per evitare questo, occorre ripristinare la platea scolastica, costringendo i genitori tutti a iscrivere i loro figli nelle scuole del territorio fino alla terza media (lascerei libera l'iscrizione solo per le scuole superiori).Invece, in nome di una concorrenza che non ha senso nella scuola pubblica, si è consentito la libera iscrizione per tutti i gradi di scuola: e il risultato è appunto la ghettizzazione, impedendo la formazione di classi equieterogenee nei quartieri a rischio.. Non possono certo i presidi rimediare alla ghettizzazione, se gli alunni migliori vanno a iscriversi nelle scuole dei quartieri benestanti, dopo aver frequentato la scuola primaria nel proprio quartiere.
mercoledì 29 maggio 2019
Telecamere nella scuola dell'infanzia? E' un provvedimento populista
L’ennesimo provvedimento populista di questo governo è quello di far installare obbligatoriamente le telecamere nei nidi e scuole d’infanzia e negli ospizi per anziani. Per populismo s’intende assecondare la reazione emotiva del popolo senza aiutarlo a ragionare. Faccio un esempio: dopo un efferato delitto, il popolo richiede per il colpevole del misfatto la forca, ma i nostri principi costituzionali, sull’orma di Cesare Beccaria, rifiutano la pena di morte. Per i ladri si vorrebbe il taglio della mano, ma i nostri principi sociali aborrono questa condanna. Per i violentatori Salvini vuole la castrazione chimica, ma la legge del taglione non fa parte della nostra Costituzione.
Ora può essere giusto far installare e obbligare a conservare i dati negli ospizi per anziani, dove spesso si sono state scoperte scene di angherie e soprusi sui vecchietti. Si tratta di un’attività privata e chi la intraprende, come risponde degli obblighi di sicurezza e di igiene, può e deve essere obbligato a installare anche le telecamere, senza oneri per lo Stato.
Lo stesso vale per i nidi e gli asili privati. Ma perché obbligare anche le scuole dell’infanzia statali? Non nego che anche in quest’ultime sono state scoperte angherie e violenze nei confronti dei bambini, ma quando c’era il sospetto, il dirigente scolastico allertava i carabinieri che all’insaputa delle maestre, installavano le telecamere.
Questo sistema funzionava e sono state scoperte le vessazioni di alcuni insegnanti ma anche ,a volte, l’innocenza di altre insegnanti che venivano ingiustamente accusate dai genitori. Perché fare di tutt’un erba un fascio e gettare il sospetto su tutta la scuola dell’infanzia che nella sua stragrande maggioranza è costituita da docenti dedite al lavoro e al sacrificio quotidiano nell’amorevole cura di queste creature?
E’ la reazione populista: fare di un problema singolo un problema generale. Se ruba, uccide o violenta una donna un extracomunitario, sono tutti ladri, assassini e violentatori gli extracomunitari, come se i nostri connazionali non siano soggetti anch’essi dediti a questi delitti. Spiace che anche il PD, a quanto pare, approvi questo provvedimento populista insieme alla Lega e al M5S.
Nella scuola statale è il dirigente scolastico che vigila, a cui si rivolgono i genitori, le maestre colleghe, i bidelli in casi di sospetta violenza. E’ singolare la mancanza di fiducia nei propri funzionari da parte dello stato, tanto da costringerli anche a prendere la mattina le impronte per accertare che siano in servizio!
Anche qui si fa di un’erba un fascio: siccome nei ministeri, in alcuni ospedali e comuni, i dirigenti non hanno controllato e anzi si assentavano per primi, si condannano alle forche caudine tutti i dirigenti, compresi i dirigenti scolastici che nella stragrande maggioranza portano l’onere di far funzionare dignitosamente le scuole d’Italia, nonostante l’esiguità delle risorse e la fragilità delle strutture.
venerdì 3 maggio 2019
SCUOLA COME “GRANDE FRATELLO”
E
La concezione di Salvini della scuola è da “1984”, il geniale romanzo di George Orwell. Prima la richiesta della rilevazione biometrica del personale della scuola proposta dal suo ministro di riferimento Bongiorno e accettata dal ministro dell’istruzione Bussetti, salvo escludere i docenti per l’opposizione del M5S. Poi la richiesta di telecamere in classe. E’ il “Grande Fratello” o, se volete, il ”Panopticon”, il carcere ideale progettato da Jeremy Bentham, che era fatto in modo tale che da qualunque angolo si potevano sorvegliare i detenuti. Manca solo la registrazione audio per completare il processo di sorveglianza totale della scuola: così si potranno sanzionare i docenti che parlano di comunismo o che sono favorevoli alla teoria “gender”.
Iscriviti a:
Post (Atom)