martedì 20 febbraio 2018

MA L’AUTONOMIA DELLE SCUOLE NON E’ SINONIMO DI AZIENDALISMO

L’articolo apparso sulla Tecnica della scuola del 20 febbraio 2018 dal titolo “L’autonomia ha portato alla scuola-azienda: dalla L.59/97 alla L.107/15. Il 22 febbraio convegno a Roma” è fuorviante. Non si commetta l’errore di confondere il bene prezioso dell’autonomia conferita alle scuole a cominciare dalla legge 59/97, processo tuttora da attuare, con la logica dell’aziendalizzazione delle scuole che ha caratterizzato le ultime riforme della scuola. E’ la politica liberista e non l’autonomia che ha caratterizzato le scuole come aziende. Condivido l’appello per la scuola pubblica e molti temi ivi espressi, dalle perplessità sul concetto di competenza oggi di moda rispetto a quello di conoscenza alla critica della valutazione dell’INVALSI ,dal la considerazione polemica sull’innovazione tecnologica vista acriticamente dal Ministero dell’Istruzione come panacea di tutti i mali per coinvolgere la disattenzione degli alunni alla generalizzazione dell’alternanza scuola-lavoro persino ai licei! Ma si sono sottovalutati ,secondo me ,due aspetti deleteri dell’aziendalismo applicato alla scuola: l’abolizione della platea scolastica che ha messo in concorrenza le scuole e ha creato le scuole-ghetto con fuga degli alunni migliori nelle scuole considerate migliori; il dimensionamento scolastico che ha portato i dirigenti scolastici a governare più scuole e a trascurare necessariamente l’aspetto didattico per curare quello amministrativo o manageriale che dir si voglia. Di tutto questo parlo nel libro da me scritto “Il Preside dei Quartieri Spagnoli” ,Il Mio libro editore. Spero che mi sia consentito di farmi un poco di pubblicità.Grazie

Pubblicata II edizione del mio libro:Il Preside dei Quartieri Spagnoli

martedì 13 febbraio 2018

LA NUOVA EMERGENZA EDUCATIVA

Dieci giorni fa è stata sfregiata al viso con un coltello una professoressa da un giovane alunno. Qualche giorno fa un vicepreside è stato preso a pugni da un genitore per aver osato rimproverare un alunno di scuola media. Cosa sta succedendo? Perché il ruolo dei professori non viene più riconosciuto? Ovviamente si sprecano le interviste su questo argomento. Il neo presidente dell’ANP dà la colpa alla tv “cattiva maestra”, citando Popper. Mi sembra semplicistica questa spiegazione che attribuisce tutte le colpe ai media. Il problema è più complesso: siamo passati dalla severità dei genitori nei confronti dei figli durata fino agli anni ’50,che li vedeva in alleanza con la scuola nell’opera educativa, al permissivismo di oggi. I genitori odierni permettono ai figli di fare quello che vogliono, li viziano, li trattano da pari a pari e si è persa ogni autorità. Quando la scuola tenta di imporre delle regole, ecco che questi genitori si ergono ad avvocati del loro figli che hanno trasgredito e aggrediscono chi osa vietare. Come ha detto, lo psichiatra Polli Charmet si è passati dal complesso di Edipo alla fase del narcisismo, dove non si tollerano critiche e si cerca solamente la propria soddisfazione dei desideri, funzionale evidentemente all’attuale società del consumismo. Se è così, allora c’è un’emergenza educativa, un’assenza di valori, che permea l’intera società, come si vede dagli episodi di teppismo delle baby gang alle pulsioni di odio razziale, ma la scuola da sola non ce la fa. Qui ci può essere il ruolo positivo dei media a tutti i livelli (televisione, cinema, giornali, internet) e degli intellettuali: Il problema è che non si intravedono all’orizzonte nuovi Pasolini ed Eco.