venerdì 29 marzo 2019

A scuola non serve il controllo sulle impronte digitali e il riconoscimento dell'iride per i professori

Non è la prima volta che si fanno leggi sulla pubblica amministrazione in generale, senza tener conto della specificità della scuola.E' il caso recente della Commissione Affari costituzionali della Camera che ha dato il via libera ai controlli su pubblici dipendenti attraverso le impronte digitali e il riconoscimento dell'iride.Che siano opportuni e necessari, lo rivelano gli episodi balzati algli onori delle cronache di dipendenti che strisciavano il cartellino anche per gli altri assenti che andavano al mare o in palestra o a fare la spesa. Famoso è il video del dipendente comunale sceso in mutande dal suo appartamento sopra all'ufficio comunale per marcare il cartellino e andarsene poi a dormire.Ma si tratta spesso di dipendenti comunali o dei ministeri, al massimo degli uffici degli ex provveditorati agli studi.Ma non ho notizia di professori che lasciano la scuola e vanno a fare altro, anche perchè subito si noterebbe che gli studenti rimangono da soli. Se dovesse succedere (caso rarisssimo), il dirigente scolastico ha tutte le armi per intervenire. Questo lo sa anche il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti che commentando il disegno di legge dice:"Sono favorevole ai controlli digitali all'ingresso delle scuole, ma non per questioni di controllo sull'assenteismo, piuttosto per ragioni di sicurezza.Un ministero deve sapere chi c'è all'interno di un edificio di 1200 persone."Il ministro teme che entrino a scuola persone estranee che si spacciano per professori? Non riesco proprio a capire.Poiché questi sistemi di sorveglianza hanno un certo costo e non mi sembrano necessari per le scuole, non è meglio spenderli per altri problemi più urgenti, per esempio la sicurezza statica degli edifici scolastici?

sabato 9 marzo 2019

Ma l'autonomia scolastica è una conquista, non si può tornare indietro!

L'autonomia scolastica compie vent'anni e molti la criticano addossandole tutti i mali della scuola odierna.Ma c'è molta confusione nelle critiche che si fanno.Innanzitutto bisogna considerare da dove si partiva: una scuola che dipendeva dai vertici del Ministero per la programmazione e dal Provveditorato agli studi per tutte le altre incombenze.E' questa scuola che si rimpiange? Non credo.La programmazione legata al contesto territoriale(POF) è stata una grande conquista. Ma vediamo le critiche principali. Si dice che l'autonomia avrebbe causato il progettificio.I progetti da realizzare nella scuola vengono definiti dal Collegio dei docenti che ha tutto il potere di selzionarli e di approvare quelli che ritiene più pertinenti. Si dice che sono state poste le scuole in concorrenza.Questo però non dipende dall'autonomia delle scuole, ma dal fatto che è stata abolita la platea. Si dice che i dirigenti scolastici hanno troppo potere.Questo è vero, l'autonomia scolastica richiede un potere/responsabilità del preside che prima (nella scuola verticistica) non aveva.Ma il problema è che non si è formata un middle management che supporti il dirigente e questo a causa di una visione piattamente egualitarista dei sindacati della scuola che non ammettono gerarchie, senonché tutte le istituzioni sono gerarchiche, pena la loro dissoluzione. Se una critica va fatta,secondo me, è che l 'autonomia s iè realizzata solo in parte, per esempio l'istituzione scolastica non ha ancora un'autonomia finanziaria,perché i finanziamenti che riceve sono per la gran parte vincolati, non ha un'autonomia didattica perché ci sono i paletti degli orari;le reti di scuole non sono state sufficientemente supportate.