lunedì 30 dicembre 2019

TRE SEMPLICI PROPOSTE PER LA SCUOLA

Non servono sempre i soldi per fare una buona riforma della scuola.Suggerisco al neoministro dell'Istruzione nonché collega Azzolina le seguenti proposte che, se attuate, ritengo migliorerebbero,secondo me, le condizioni della scuola italiana: 1.Vietare la bocciatura nella scuola dell'obbligo.Introdurre il sistema finlandese che ha dato ottimi risultati negli apprendimenti:attuare, al posto della bocciatura,corsi di recupero obbligatori da svolgersi in orario curriculare per gli alunni che hanno carenze in alcune dispcipline per metterli al passo degli altri. 2.Ripristinare la platea scolastica la cui abolizione ha creato scuole d'élite e scuole ghetto in nome di una concorrenza che svantaggia chi opera in quartieri a rischio. 3.Introdurre il sistema duale tedesco a livello di scuola media,per evitare la dispersione scolastica dovuta a un sistema che non sa orientare e ritiene che gli istituti tecnici e professionali siano di serie B, mentre i licei sarebbero di serie A, quando le attitudini sono diverse e vanno incoraggiate quelle per le quali siamo portati.

mercoledì 11 dicembre 2019

Il gap del Sud nelle competenze

Nell'articolo apparso su Repubblica dell'11/12 "Un'altra scuola per il Sud" di Tito Boeri, l'eccellente economista ed ex presidente dell'INPS ipotizza che il gap del Sud nelle competenze linguistiche e matematiche, come si evidenzia da sempre nei test dell'INVALSI,derivi dal fatto che i genitori meridionali non partecipino alla vita della scuola, mentre quelli settentrionali sì.Il problema del gap quindi non starebbe nello svantaggio socio-economico del Meridione. Con tutto il rispetto per Tito Boeri,io penso che il motivo vero del gap è che la scuola al Sud è considerata inutile da genitori e alunni perché non dà più la certezza del lavoro,data la desertificazione industriale che qui è avvenuta e questo spiega anche l'emigrazione dei giovani laureati meridionali all'estero.Se si resta qui, capita che un ingegnere debba fare lo spazzino con la carenza di lavoro che c'è.Insomma il titolo di studio risulta assolutamente svalutato.E questo ci rimanda alle condizioni socio-economiche che Boeri ha scartato.Se non vogliamo che il Sud si spopoli e diventi un ospizio per anziani,va fatto un massiccio investimento per il Mezzogiorno che colmi le differenze, il contrario dell'autonomia differenziata che avvantaggia le regioni ricche.

venerdì 6 dicembre 2019

Bocciare alla scuola media non serve, anzi e' controproducente

Maria Luisa Iavarone, nell’analizzare i dati Ocse-Pisa che evidenziano basse competenze nella comprensione del testo da parte degli alunni italiani, ritiene che il problema sta nel fatto che la scuola media bocci poco (98% di promossi all’esame di terza media) e che quindi “la scuola media dev’essere più rigorosa e selettiva “(dal titolo dell’articolo apparso su “Repubblica” di Napoli il 6/12).Ma se si bocciano gli alunni e più volte abbiamo un solo risultato: l’aumento della dispersione scolastica e con esso il rischio di devianza e di arruolamento nella camorra, proprio il fenomeno contro cui combatte la Iavarone con la sua associazione. Il punto è che la scuola dell’obbligo (altra cosa sono le superiori) non deve bocciare, ma mettere tutti in condizione di recuperare le insufficienze, come fanno in Finlandia, dove appunto non si boccia e i risultati scolastici sono eccellenti. Considerare la scuola d’obbligo e bocciare è una contraddizione in termini, perché rischia di essere bocciato chi è già svantaggiato per le condizioni socio-economiche di provenienza. Per favorire il recupero, occorrerebbe però che i docenti lavorino in compresenza, di modo che uno dei due insegnanti possa dedicarsi al gruppo di alunni che deve recuperare e l’altro al gruppo che va potenziato. Ma questo richiede maggiori investimenti nella scuola(siamo sempre al punto dolente). La scuola media è l’anello debole del sistema perché l’età prepuberale è terribile e gli alunni a quest’età cominciano a sfidare gli adulti e gli insegnanti, a bullizzare i più deboli, a rifiutare le regole sociali. Ma non si risolve il problema con l’abolizione della scuola media, come propone Salvini né bocciando di più. Ci vogliono più insegnanti o meno alunni per classe. Eugenio Tipaldi,dirigente dell’I.C. “D’Aosta-Scura” di Napoli