sabato 6 maggio 2017

NON SONO I I PRESIDI A DEQUALIFICARE LA SCUOLA!

Tutti sono andati a scuola e tutti possono parlare di scuola. Ognuno perciò può avere la sua opinione personale su di essa. Non entro nel merito di quanto scrive l’ex procuratore generale Vincenzo Galgano nell’articolo intitolato “L’inutile scuola dei mediocri” apparso su Repubblica di Napoli sabato 6 maggio, commentando a sua volta un editoriale di Galli della Loggia sulla scuola pubblicato sul Corriere della Sera. Per chi è interessato alla mia opinione su questa questione, può leggere quanto scrivo nella mia pagina Facebook o sul mio blog http://scuolapubblicalaica.blogspot.it/ nel post intitolato “Bocciare o non bocciare, questo è il problema”, pubblicato anche sulle riviste on line Orizzonte Scuola e La tecnica della scuola. Il procuratore sposa la tesi dello storico Ernesto Galli della Loggia che accusa la scuola italiana di aver rinunciato a qualsiasi selezione di merito(il che è vero), dando la colpa però ai dirigenti scolastici che, per essere valutati positivamente, dovrebbero far promuovere tutti. Si fa riferimento al fatto che un professore è stato sanzionato da un dirigente scolastico perché metteva voti bassi e il giudice del lavoro ha dato ragione al docente (credo anch’io che il preside abbia sbagliato).Ma la questione non è questa. Il giudice in pensione Galgano scrive: “E’ questo il punto terminale della evoluzione italiana della funzione della scuola, che consente conservando il congruo numero di alunni, di disporre di risorse, ottenere (per i dirigenti scolastici) successi di carriera e giungere persino a fortune politiche.” Forse l’ex procuratore ci ha scambiato per magistrati. Non mi risulta che i miei colleghi abbiano fatto brillanti carriere e tantomeno a livello politico. Ce ne può essere qualcuno, ma non mi pare un delitto. Cosa si dovrebbe allora dire dei tanti magistrati che si buttano in politica? E diamo alcune informazioni esatte, da addetto ai lavori. Se si salva un congruo numero di alunni (non meno di 600), si mantiene l’autonomia dell’istituzione scolastica, altrimenti la si perde. E vengono aggregati più scuole insieme (siamo arrivati anche fino a 12 con un unico dirigente scolastico) per raggiungere la soglia minima, ma si possono avere anche fino a 1400 alunni. Quanto alle risorse, se si riferisce a quelle economiche, l’ex procuratore dovrebbe sapere, avendo fatto parte della pubblica amministrazione, che esse sono state sempre scarse. In quanto alla nostra valutazione, pur invocata, essa non c’è mai stata, se non in maniera sperimentale, e non ha mai dato luogo a incrementi economici. Purtroppo, per attaccare la legge sulla “Buona scuola”, c’è stata una campagna denigratoria da parte dei sindacati della scuola contro i dirigenti scolastici e all’ex procuratore deve essere arrivato qualche eco di questa polemica. Ci hanno chiamati presidi-sceriffi criticando il fatto che avevamo un enorme potere e invece i nostri poteri sono molto, molto limitati. Non possiamo scegliere gli insegnanti, solo un manipolo di neoassunti. Non li possiamo sanzionare, se sono incapaci: possiamo fare solo un rimprovero e una censura scritta al massimo. Abbiamo la metà dello stipendio di qualsiasi altro dirigente pubblico. In compenso abbiamo una serie di incombenze e responsabilità, come nessun altro dirigente della pubblica amministrazione. Possiamo anche andare in galera, se non stiamo attenti, perché un edificio non è a norma, sebbene l’adeguamento sismico degli edifici scolastici spetti agli enti pubblici e allo Stato. Per questi motivi, il 22 maggio m’incatenerò a Roma, davanti al palazzo di Montecitorio, insieme ad altri miei colleghi, e farò lo sciopero della fame e della sete. Eugenio Tipaldi Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “D’Aosta-Scura” di Napoli Con preghiera di pubblicazione e diritto di replica, perché si configura un reato di diffamazione contro i dirigenti scolastici.

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